Propagazione della luce nella fibra ottica
La propagazione della luce nella fibra ottica avviene nel core. Poiché
l'indice di rifrazione n1 del core è maggiore di quello
del cladding n2, è possibile imporre che l'angolo di
incidenza a alla superficie di separazione tra
core e cladding sia maggiore dell'angolo limite aL. In questo modo il raggio subisce una riflessione totale e
si propaga nel core per riflessioni multiple.
Si osservi che, trascurando
le perdite, non vi è dispersione di energia radiante verso l'esterno
poiché si lavora in assenza di rifrazione. Se l'angolo di incidenza
fosse inferiore a quello limite si avrebbe rifrazione nel cladding; una
parte del fascio luminoso si disperde verso l'esterno e solo la parte rimanente
si propaga nel core per riflessione. Quest'ultima parte, poi, subisce un'ulteriore
riflessione e rifrazione e così via: dopo un breve percorso il fascio
di luce si esaurisce completamente. Per questo motivo si lavora a riflessione
totale. In fig. 3 si mostra la propagazione della luce nella fibra ottica.
L'immissione della luce nella fibra ottica avviene da un mezzo avente indice di rifrazione n0, al core ad indice di rifrazione n1. Indicando con f l'angolo di incidenza tra il raggio di luce nel mezzo con n = n0 (di solito l'aria) e l'asse del core, vale la legge di Snell della rifrazione tra l'aria e il core:
n0 · sen f = n2 · senf 1
Dalla fig. 3 si nota che l'angolo di rifrazione f 1 tra aria e core e quello di incidenza a tra core e cladding sono complementari per cui:
f1 = 90° - a
Si definisce angolo di accettazione della fibra f M il massimo valore di f che consente la riflessione totale all'interno della fibra (fig. 4).
Si definisce apertura numerica NA la quantità:
NA = n0 · sen f M
Applicando la precedente legge di Snell si ricava:
Questa formula, noti i tre indici di rifrazione (dell'aria, del core e del cladding), consente di risalire all'angolo di accettazione della fibra fM = arcsen NA.
Se n1 = n2 si ha: NA = 0
e quindi fM =
0. In questo caso la propagazione può avvenire solo
se si inviano raggi luminosi perfettamente paralleli all'asse del core:
ciò è di difficile realizzazione. Se, d'altro canto, si rende
n1 abbastanza diverso da n2 si ottiene una elevata
apertura numerica, elevato angolo di accettazione f
M (condizione vantaggiosa) ma piccolo angolo limite aL che costringe il fascio a procedere fortemente a zig-zag all'interno
della fibra. Nel caso in cui l'impulso di luce di breve durata è
costituito da raggi luminosi paralleli all'asse della fibra e da raggi
con angolo di entrata di vario valore fino all'angolo di accettazione (fibra
multimodale) la propagazione dei raggi lungo la fibra si completa in tempi
differenti: i raggi paralleli all'asse, compiendo un percorso più
breve, impiegano un tempo inferiore ai raggi con angolo di entrata nella
fibra maggiore di zero. Indicando con L la lunghezza della fibra, si ha:
Indicando con Dt il ritardo del raggio più
lento rispetto a quello più veloce, si ha:
Questo fenomeno, noto come dispersione modale, degrada la forma
dell'impulso inviato poiché lo allarga nel tempo.
L'allargamento
temporale dell'impulso di luce per dispersione modale vale:
per fibre con indice a gradino.