giuseppe.spalierno@istruzione.it

Progetto 1A

Modulo 2

La masterizzazione dei CD

I.T.I.S. "Modesto Panetti"

B A R I

itis.panetti.bari@quipo.it


La masterizzazione dei CD


 

1. L'impiego dei CD-ROM

Le attuali tecnologie multimediali consentono con sempre più facilità di realizzare file audio e video di buona qualità. La disponibilità di dischi fissi sempre più capienti consente di memorizzarli senza difficoltà, ma quando si cerca di archiviarli possono sorgere perplessità circa il supporto da usare. Il CD-ROM è attualmente il supporto migliore: per il prezzo del disco e per il costo sia dell'unità di lettura sia di quella, il masterizzatore, che permette di scrivere sul CD. Inoltre, l'operazione di scrittura è divenuta davvero semplice: non più un Iavoro da tecnici specializzati.
Grazie al buon rapporto prezzo/prestazioni, oggi i CD vengono spesso utilizzati non solo per archiviare audio, filmati e applicazioni multimediali, ma anche per esigenze di backup.
In effetti è possibile salvare i propri dati su CD-ROM (oltre 650 MB di dati dovrebbero essere sufficienti per la maggior parte degli utenti), magari utilizzando la "multisessione", descritta in seguito, per tenere traccia di backup precedenti.
Il miglior software di masterizzazione è probabilmente Easy CD Creator De Luxe, il programma di Adaptec per la registrazione di supporti CD-R e CD-RW che abbina una accettabile semplicità d'uso ad un numero di funzionalità non indifferenti. Per la masterizzazione dei CD-ROM si fa riferimento a questo pacchetto software.
Innanzitutto è bene chiarire che differenza esiste tra un supporto
CD-Recordable (CD-R) e un CD-ReWritable (CD-RW).
Il primo, comunemente chiamato gold disk, è un supporto che permette di essere registrato una e una sola volta, che dispone cioè di una parte che viene incisa (in gergo scottata) e non può più essere modificata.
Il silver, ossia il supporto riscrivibile, consente, invece, di essere riscritto fino a mille volte, cancellando periodicamente i dati presenti, in maniera completa o parziale. Con un comune masterizzatore si possono utilizzare solo i gold, mentre con i nuovi riscrivibili contrassegnati dalle lettere RW è possibile utilizzare uno o l'altro supporto. Il silver, infine, viene letto solo dall'ultima generazione di lettori CD-ROM, mentre dai precedenti non viene riconosciuto neppure l'inserimento del disco nell'unità di lettura.
Un'altra precisazione prima di iniziare è d'obbligo: cos'è una sessione? Una sessione è semplicemente un'area del CD-ROM che può contenere una o più tracce audio o dati. Su di un CD-ROM è possibile registrare una sessione o più d'una. Nel primo caso, tutto il CD sarà scritto in un unico passaggio, mentre nel secondo sarà scritto in più passaggi, Il CD-ROM cosi realizzato prende il nome di CD multisessione.
Vale, inoltre, la regola che solo l'ultima sessione può essere letta e quindi, vedremo, come sia possibile incorporare le precedenti per fare in modo che anche i dati scritti nelle precedenti sessioni possano essere resi disponibili. Nel momento in cui si decide che il proprio CD è completo si può chiudere il disco: in occasione dell'ultima sessione si può impedire la scrittura di un qualsiasi altro dato successivamente. Ogni sessione occuperà uno spazio equivalente ai dati che si stanno salvando più una quindicina di altri megabyte.

2. La masterizzazione dei CD-ROM

In generale occorre almeno un Pentium 90 con 16 MB di RAM. Lea partie principali sono del leone la fanno comunque il disco fisso e il masterizzatore. Il disco deve avere almeno una capacità di 1,6 GB e garantire un trasferimento continuo di dati a 1,5 Megabyte/secondo . Soprattutto con i dischi fissi di vecchia data succede facilmente che la ricalibrazione termica interrompa il flusso di dati. Si verifica quindi il cosiddetto ‘buffer underrun’ e il CD vergine è rovinato definitivamente. Se l'errore si ripete, ci si deve procurare un disco fisso nuovo e veloce, con ricalibratura intelligente.

Non è necessario utilizzare unità SCSI. I dischi EIDE attualmente disponibili offrono la velocità di trasferimento necessaria e garantiscono la ricalibratura senza interruzioni del flusso di dati. Per copiare prevalentemente CD audio, operazione che presenta esigenze elevate, consigliamo di investire in un buon adattatore host SCSI con disco fisso AV (Audio/Video) SCSI.

Attenzione: molti masterizzatori vengono forniti con un adattatore host SCSI economico in versione ISA a cui si puòpotete collegare solo il masterizzatore. Per il disco fisso SCSI aveteci sarà quindi bisogno di un altro adattatore.

Negli argomenti che seguono sono date indicazioni per evitare gli errori più comuni e descritti i metodi ed i software più adatti.

 

1- Costi: non occorre usare il masterizzatore più caro.

La decisione fra la scelta di un masterizzatore "normale" o di un drive per dischi riscrivibili dipende dall'utilizzo e dai costi del supporto dati. Se i CD devono essere prevalentemente usati per il backup o lo scambio di dati, di norma è sufficiente un buon drive Worm. Anche quando si vogliono masterizzare CD-Audio basta un registratore normale. Se invece, per esempio, si vogliono produrre CD multimediali, l'ideale è un registratore Rw, dato che il disco finito può così essere testato in condizioni reali. Se i dischi devono servire al periodico backup di dati, si consiglia l'impiego di un registratore RW. Lo svantaggio nell'uso di supporti riscrivibili sta nel costo elevato dei dischi vergini, che si aggira intorno alle 30.000 lire contro le 3.000 lire dei CD-R, e nel fatto che pochi lettori CD sono compatibili con questo tipo di supporto (solo i moderni "multiread") (anno 1998). Attualmente (anno 2000) i masterizzatori riscrivibili costituiscono uno standard. I non rescrivibili sono obsoleti. I CR-ROM vergini costano non più di £.2.000 e quelli riscrivibili poco più di £.3.000.

2 - Compatibilità: conta sempre la velocità. Nell'acquisto bisogna prestare attenzione alla velocità in scrittura del masterizzatore. Si può scegliere fra masterizzatori  4x, 8x e 12x. Le unità a velocità maggiore sono naturalmente attraenti per chi ha fretta o per l'utente che vuole produrre piccole serie di CD. Tuttavia in merito all'alta velocità occorre una certa cautela. In certi casi si deve tenere presente che non sempre è assicurata la compatibilità dei CD-ROM prodotti con tutti i PC e non tutti i CD-ROM sono realizzati per essere masterizzati  correttamente a velocità elevate.

3 - Protezione: i CD vanno archiviati solo nel loro contenitore. 
I dischi vergini dei diversi produttori non differiscono molto tra loro. Per l'archiviazione dei CD si deve comunque sempre avere cura di conservarli nel loro contenitore di plastica trasparente (Jewel-Box), aggiungendo anche una descrizione sul consueto foglio incluso.

4 - Etichetta: anche i pennarelli possono danneggiare i dati.
Deve essere sempre possibile aggiungere una descrizione sul lato etichetta del CD. Controllare se a tale scopo è previsto uno strato plastico o stampabile. La cosa è importante perché il solvente di certi pennarelli non acquosi può attaccare chimicamente il rivestimento di plastica dell'etichetta: può allora capitare che il CD dopo qualche tempo non risulti più leggibile.

5 - Disco vergine: il disco giusto si riconosce dal colore.
Se si masterizzano CD-Audio non usare mai CD blu, ma un disco verde o dorato. Molti lettori audio infatti non sono in grado di leggere i dischi blu.
  Nel caso di offerte in saldo di dischi verdi o dorati anonimi, prima di acquistarne un certo numero conviene sempre testarne uno o due esemplari. Se il masterizzatore funziona correttamente si potrà approfittare dell'offerta conveniente.

6 - Blocco termico: evitare le alte temperature.
I masterizzatori generano parecchio calore poiché usano un laser di una certa potenza.
E’ necessario prevedere una ventilazione forzata e abbondante.
Specialmente con i pc di piccole dimensioni o troppo pieni per la presenza di vari dischi fissi e lettori di CD, conviene usare un masterizzatore esterno.

7 - Masterizzatori esterni: come risparmiare tempo e denaro.

I masterizzatori esterni sono facili da collegare a un altro pc. Il vantaggio è che è possibile condividere la periferica tra più computer; questa soluzione è interessante soprattutto per chi vuole risparmiare sui costi. Infatti, nel caso di masterizzatori SCSI, il collegamento è possibile anche con un computer Macintosh.  Purché sia disponibile il software per Mac adatto, per esempio Toast-CD, sarà possibile masterizzare comodamente CD per Mac in formato Hfs.

8 - Masterizzatore Eide: configurare correttamente master e slave

A ciascuna porta Ide si possono collegare solo due periferiche: dischi fissi, lettori di CD o anche masterizzatori dotati di questa interfaccia.
Come si sa, in ogni coppia una lavora come master, l'altra come slave. Attualmente sono previste varie modalità di trasferimento dati sul bus IDE, di cui la più veloce può comunque essere utilizzata solo dall'unità master. L'unità slave viene di conseguenza un po' frenata.
Non è quindi assolutamente consigliabile collegare un disco fisso e un masterizzatore alla stessa porta Ide. In un sistema Ide si deve ricorrere alla seconda porta Ide, dedicandola soltanto al mrnasterizzatore.

Il disco fisso da cui devono essere trascritti i dati deve, per evitare i cosiddetti errori di "buffer underrun", essere sempre l'unità più veloce del sistema. Ciò vale sia per la scrittura di un file immagine sia, e soprattutto, nella scrittura On-the-Fly.
E’ naturalmente possibile che si riesca a masterizzare CD del tutto regolari anche con configurazioni diverse da quella suggerita, ma così aumentano le probabilità di incontrare errori.

9 – a) Masterízzatore SCSI: la scelta migliore per usi professionali.

Se si sceglie un masterizzatore SCSI, occorre che sia installata una scheda di interfaccia adatta. Se questa non è già presente sul pc bisogna acquistarla, a un prezzo che può partire dalle 100.000 lire.

A una singola scheda SCSI si possono collegare in cascata fino a 7 periferiche, che arrivano a 14 nel caso del Wide e Ultra-Wide SCSI. La velocità di trasferimento dati effettivamente raggiungibile sul bus SCSI arriva a 10 Mb/sec. e più.

Le singole periferiche sul bus non si influenzano reciprocamente: il che significa che si possono far funzionare assieme senza problemi disco fisso e masterizzatore. E’ anche possibile una combinazione di disco fisso Ide e masterizzatore SCSI.

9 – b) Masterizzatore SCSI: meno problemi quando si aggiorna il PC.

I masterizzatori attuali vengono offerti come unità da 5,25" per il montaggio interno. Nel caso dei modelli Ide esiste solo la soluzione interna, dato che in primo luogo non esiste uno standard per l'interfaccia Ide esterna e inoltre la lunghezza della piattina o del cavo, speciíalmente nel modo veloce Pio-3, è estremamente critica (50 cm sono spesso troppi).

Le periferiche SCSI si possono invece montare in contenitori esterni senza alcun problema. Se poi si impiegano gli appositi cavi schermati, se necessario si possono collegare in cascata anche più unità SCSI. Se non è possibile disporle vicine al PC, usando un cavo di buona qualità si può arrivare anche fino a 1,5 metri.

Esistono in commercio anche soluzioni esterne per porta parallela, che sono comunemente versioni SCSI o Ide alle quali è stato collegato un circuito convertitore. Per un impiego senza problemi di queste versioni è consigliabile verificare che il proprio sistema utilizzi l'interfaccia parallela in modalità veloce (EPP).

10 - Disco fisso: il flusso dei dati non si deve mai interrompere.

Quando si masterizza il flusso dei dati fra disco fisso e masterizzatore non deve essere assolutamente interrotto, altrimenti il disco verrà irrimediabilmente rovinato.

Si può stare più tranquilli se il disco è dichiarato dal produttore come Av -compatibile: Av sta per Audio/Video. E’ essenziale per la digitalizzazione e riproduzione di videoclip che venga assicurato il flusso costante dei dati.

I dischi fissi Av compatibili danno quindi la garanzia che non si verifichino buffer-underrun e che il flusso dei dati fra sorgente e destinazione non venga mai interrotto.

11 - Cache: il masterizzatore deve averne molta.

I buffer-underrun citati nei punti 8 e 11 sono la causa maggiore degli errori. Ogni masterizzatore di CD possiede un buffer internemo che deve essere almeno di un Megabyte .

Quanto maggiore è la quantità di cache, tanto minori sono i rischi di incorrere in problemi. Se i dati non vengono trasferiti abbastanza velocemente, il disco è da scartare. Masterizzatoriti meno recenti come il Philips 522 (di struttura analoga al Plasmon 4100) dispongono di connettori per moduli Sim a 30 piedini, per cui si può incrementare la cache fino a 16 megabyte. Questo è anche un ottimo impiego per le Ram di vecchi 486 messi da parte. Con 16 Mb è difficile che nella masterizzazione dei CD qualcosa vada storto.

12 - Velocità di masterizzazione: non sempre più veloce è meglio.

Non è la velocità di lettura, bensìi quella in scrittura il fattore decisivo per un masterizzatore di CD. Anche in modo Double-Speed il ciclo completo di masterizzazione di un disco dura mediamente mezz'ora, mentre se si tratta di un modello 4x circa 15 minuti. Con le unità 6x poi per realizzare un CD bastano meno di 10 minuti.

Ma attenzione: non tutti i dischi sono adatti per lavorare a sestupla velocità. Inoltre al crescere della velocità in scrittura aumenta la probabilità che i lettori di CD non recenti non siano capaci di leggere il CD. Nella masterizzazione di CD -Audio è quindi preferibile non adottare la massima velocità.

Come configurare in modo ottimale il PC per la masterizzazione

Nonostante un'oculata scelta dei componenti hardware può succedere che i dischi masterizzati non siano utilizzabili. Questi problemi scompaiono se si configura perfettamente il pc. Con i suggerimenti di questa sezione si imparerà:

• come aumentare le prestazioni delle applicazioni standard
• come effettuare le giuste impostazioni nel Bios del sistema
• come evitare tipici errori con le schede di interfaccia SCSI
• come risparmiare tempo e configurazioni inutili

13 - Setup dei Bios: le modalità di funzionamento devono essere impostate correttamente.

Nel Bios di sistema si possono impostare le modalità di funzionamento delle varie unità Ide collegate. Si possono scegliere i modi da 1 a 4 e Auto; con il Bios Award su schede madri Asus non si sono di norma verificati problemi scegliendo "Auto".

Nella sezione Bios Features del Setup va attivato l'Ide-Blockmode. Se però dovessero sorgere problemi, allora è necessario interpellare il distributore o produttore e farsi indicare la modalità Ide indicata per un funzionamento esente da problemi.

14 – a) Scheda SCSI: merita la spesa.

Proprio nell'acquisto di una scheda SCSI non si deve cercare il facile risparmio. Fra i controller più raccomandabili ci sono le schede Adaptec della serie 2940: costano un po' di più delle concorrenti, ma sono più affidabili e vanno bene praticamente con qualsiasi periferica SCSI. I driver Adaptec sono sempre disponibili nell'ultima versione per Windows 3.x, Windows 95 e Nt (nonché Unix, Os/2 o Netware) e si possono scaricare gratuitamente da Intemet

14 – b) Scheda SCSI: evitare i conflitti con le schede Isa.

Non è praticamente possibile modificare l'occupazione delle risorse di una scheda Pci, che di norma si autoconfigura. Nel Pannello di controllo va comunque verificato che una scheda Isa non occupi lo stesso Interrupt dell'adattatore SCSI (di solito Irq 10 o 11). Anche le altre impostazioni in genere sono configurate correttamente dal produttore.

14 – c) Scheda SCSI: la corretta terminazione è importante.

Bisogna sempre verificare la corretta terminazione (resistenza terminale) e attivare il controllo di parità SCSI, dato che in genere i masterizzatori SCSI sono configurati per il Parity Check. La scheda 2940 permette per la terminazione le modalità Disabled, Enabled e Auto. Se la catena SCSI è terminata in modo corretto il riconoscimento automatico funziona senza problemi. Le terminazioni SCSI devono essere installate sulla prima e l'ultima periferica della catena.

Se alla scheda e collegato soltanto il masterizzatore interno, la terminazione sarà montata su questo e sulla scheda controller, dato che sono agli estremi del bus. Se però è incluso anche un disco fisso, sarà questo ad avere la terminazione e non più la scheda, che verrà a trovarsi nel mezzo.

Nel caso della SCSI Device Configuration della 2940 ci si può affidare tranquillamente alle impostazioni di fabbrica (Initiate Sync Negotiation: Yes, Max. Transfer Rate: 10 Mb, Enable Disconnection: Yes, Send Start Command:No). Nelle Advanced Configuration Options non esiste praticamente alcun punto importante ai fini del funzionamento di un masterizzatore.

14 – d) Scheda SCSI: non funziona senza il giusto Id.

Bisogna inoltre fare attenzione all'assegnazione del giusto Id SCSI. Ogni periferica collegata sullo stesso bus SCSI deve avere assegnato un numero identificativo univoco da 0 a 7 (da 0 a 14 per Wide e Ultra-Wide-SCSI).

Se più periferiche ricevono lo stesso Id, ci saranno inevitabilmente malfunzionamenti, che possono arrivare fino alla perdita di dati.

15 - Immagine CD: conviene installare un secondo disco fisso.

Praticamente ogni software di masterizzazione offre l'opzione di masterizzare On-the-Fly, ossia scrivendo i dati originali direttamente da sorgente a CD. In questo processo si possono però manifestare degli errori.

E’ più sicuro creare un cosiddetto file immagine di tutti i dati che devono essere registrati sul CD. Questa immagine è un file di grandi dimensioni che deve poi essere scritto completamente e senza pause sul CD.

Si consiglia per questa operazione l'acquisto di un secondo disco fisso, appositamente dedicato a questo file. Si può anche creare una speciale partizione di almeno 650 Mb sul disco fisso di maggiore capacità. In tal modo si ha la garanzia di poter masterizzare sempre alla velocità massima.

16 – a) Collegamenti: i cavi di qualità costano, ma convengono.

Se una periferica SCSI deve essere collegata esternamente conviene adoperare sempre un cavo SCSI schermato di buona qualità. I buoni connettori SCSI sono riconoscibili dai contatti dorati.

16 – b) Cablaggi: evitare lunghezze eccessive.

Per evitare inserimenti errati dei connettori le piattine di solito recano una colorazione rossa sul primo dei poli. Quando si monta il connettore sulla periferica questo lato deve essere inserito in corrispondenza al piedino marcato come n° 1 sul circuito stampato o connettore maschio.
I cavi di qualità, inoltre, hanno appositi "naselli" che impediscono il loro inserimento errato. E’ preferibile utilizzare cavi corti e montati in modo ordinato.
I cavi Ide usati con le modalità veloci 3 e 4 sono particolarmente sensibili ai disturbi.

20 - Windows 95:masterizzare con un occhio alla configurazione.

Con Windows 95 bisogna cercare di ottenere la massima velocità di trasferimento dati dal disco fisso e la giusta configurazione dei driver. Proprio con le periferiche SCSI è importante che vengano impiegate sempre le versioni più recenti dei driver. Evitare tutto ciò che può influire negativamente sulla capacità del processore e sulla velocità di trasferimento. Con Windows Nt l'applicazione in primo piano deve sempre avere la massima priorità ed è meglio ridurre al minimo i programmi che vengono eseguiti in background.

Anche in una rete locale si può contare su complicazioni se durante la masterizzazione avviene un tentativo di accesso da parte di un'altra stazione di lavoro. Conviene in tal caso disconnettersi dalla rete prima di inziare la masterizzazione.

21 - Setup dei Bios: come far riconoscere correttamente il masterizzatore.

Se il masterizzatore viene fatto funzionare collegato all'interfaccia Ide della scheda madre, errate impostazioni nel Bios possono essere causa di potenziali errori nel processo.

Se il masterizzatore di CD, che dovrebbe essere collegato alla porta Ide secondaria, non viene riconosciuto, la causa potrebbe essere che questa porta risulta disattivata nel Setup. Nel Chip Setup del Bios Award, molto diffuso, si trova anche l'opzione Onboard Pci Ide Enable, che va fissata su Both.

22 - Software di masterizzazione: la scelta dipende dall'uso.

Quando si acquista il software di masterizzazione è importante avere definito a priori ciò che si intende realizzare con il proprio masterizzatore. Si può scegliere infatti fra programmi semplici, spesso forniti insieme con il masterizzatore, o software speciali da acquistare separatamente.

Conviene comunque approfittare delle offerte di masterizzatori a cui viene accluso un software di masterizzazione di alte prestazioni, per esempio Easy CD Pro di Adaptec o WinOnCD di CeQuadrat. Se si vuole usare la periferica essenzialmente per realizzare normali CD-ROM, ossia per effettuare backup del disco fisso, è sufficiente un software semplificato che però riconosca i nomi lunghi di file in Windows 95. Anche quando si masterizzano occasionalmente CD-Audio di solito il software incluso dal produttore è sufficiente.

Ma la situazione è diversa quando si vogliono realizzare Boot-CD, Video-CD nonché CD-Xa o ibridi. Qui si rende necessario aggiornare il software o acquistarne uno nuovo più potente.

Si deve naturalmente controllare che il software supporti il masterizzatore che si utilizza. Programmi quali WinOnCD 3.5 di. CeQuadrat o Easy CD Creator di Adaptec offrono funzioni per praticamente tutti i compiti e sono anche economici.

23 - Nomi lunghi di file: ci sono varie soluzioni per Windows 95.

Originariamente lo standard Iso 9660 non prevedeva i nomi lunghi di file. Erano ammessi solo i nomi in formato "8+3" (nome+estensione). Non erano ammessi caratteri speciali. Questo non avviene invece nel caso Macintosh, che semplicemente ignora questi standard e utilizza il proprio sistema Mac-FIfs per i CD. Questi CD naturalmente possono essere letti soltanto sui Mac. Per il mondo Windows esistono da qualche tempo gli standard ROMeo e Joliet che ovviamente devono essere supportati dal software.

Lo standard Joliet aiuta a masterizzare CD senza rinunciare ai norni lunghi di file di Windows 95 - comunque i CD sono leggibili anche sotto Dos, sia pure con la consueta abbreviazione dei norni di file.

Il formato ROMeo supporta invece nomi fino a 128 caratteri, ma è leggibile solo sotto Windows 95 o Nt. La maggior parte dei modemi software di masterizzazione supporta questi formati.

24 - CD avviabili: la possibilità dipende dal Bios Un CD avviabile è un CD con il quale si può avviare il pc, invece di partire dal disco fisso o da un dischetto. Ovviamente il Bios del computer deve supportare questa funzione. Da un anno quasi tutte le schede madri Pentium di marca sono dotate di questa funzionalità "CD-Boot".

La relativa opzione si trova nelle Chipset Features o nelle Advanced Configuration Settings del Setup del Bios.

Il tasto o combinazione di tasti per accedere al Setup del Bios è descritto nel manuale della scheda madre e spesso anche nel messaggio iniziale che compare sullo schermo dopo l'accensione. Di solito si tratta del tasto Canc da premere appena compare il primo messaggio.

Ovviamente anche il software di masterizzazione deve essere d'accordo. Fra quelli che lo sono si contano WinOnCD 3.5 o Easy CD Creator (Adaptec). Il manuale del primo software descrive bene la procedura. Un Boot-CD viene realizzato secondo il cosiddetto standard El Torito: comprende una partizione avviabile (bootable partition) e un'opzionale traccia Iso. I dati per la partizione di avviamento vengono prelevati dal programma direttamente dal settore di avviamento del disco fisso.

25 – a) CD riscrivibili: il software deve essere compatibile.

Quando ci si decide per un dato masterizzatore con cui si vogliono registrare dati su un CD riscrivibile, occorre tenere presenti i seguenti punti. Il software di masterizzazione deve essere assolutamente compatibile con il masterizzatore. Inoltre il software deve essere in grado di cancellare e formattare CD riscrivibili: solo in tal caso si potranno masterizzare più volte senza problemi dischi riscrivibili. I CD-Rw attraverso DirectCD (Adaptec)possono essere cancellati anche parzialmente.

25 – b) CD riscrivibili: non sono leggibili da tutti i lettori.

Chi si è procurato un masterizzatore per CD riscrivibili, come il Ricoh Mp6200S, deve tenere conto che soltanto i cosiddetti lettori Multi Read sono oggi in grado di leggere questi CD. I modelli compatibili sono di solito elencati in una tabella nel manuale d'uso del masterizzatore. Un CD-Audio realizzato aggiornando più volte i propri brani preferiti ha il difetto che pochi lettori di CD-Audio degli impianti Hi-FTi sono in grado di leggere CD riscrivibili.

26 - CD multisessione: come evitare errori tipici.

Come è noto, un CD contiene fino a 99 sessioni, cosa di cui si deve tenere conto nella produzione di CD multisessione. Nella prima sessione possono stare una o più tracce, ogni sessione successiva deve contenere almeno una traccia. Ogni volta che si vuole espandere il CD viene scritta su di esso una nuova sessione. Perché ciò sia possibile ogni sessione deve essere registrata in Multisession-Mode. Si deve fare attenzione che il CD non venga "chiuso" alla fine della sessione, a meno che questo non sia ciò che si vuole.

I vantaggi di un CD multisessione dipendono dal campo di impiego. Sono assai pratici, per esempio, per chi sviluppa software. Ogni nuova versione di un programma può essere salvata in una sessione diversa, con i nuovi file del codice sorgente che sostituiscono le versioni precedenti, mentre quelli non modificati vengono scritti soltanto una volta. Non sarà poi possibile, in molti casi, accedere alle versioni più vecchie, ma si è risparmnniato parecchio spazio. Per la revisione delle versioni conviene invece il classico backup.

Lo svantaggio del CD Multisession è l'overhead di gestione relativamente corposo che viene scritto sul CD a ogni sessione e che ammonta a circa 18 megabyte ciascuna. Di conseguenza lo spazio utile di un CD multisessione risulta tanto minore quante più sessioni contiene.

27 - Tipi di masterizzazione: On-the-Fly è veloce, ma non più della tecnica via file immagine.

Con la maggior parte dei programmi di masterizzazione si può decidere come verrà prodotto il CD: con tecnica On-the-Fly, oppure tramite immagine. On-the-Fly (letteralmente: al volo) significa che i dati vengono direttamente trasferiti dal mezzo originario, per esempio un CD-ROM o un disco fisso, al masterizzatore.

La seconda tecnica consiste nel creare preliminarmente un cosiddetto file immagine (Image). Questo file rappresenta il contenuto completo del CD nel formato Iso 9660. Il vantaggio del metodo a immagine è che si può masterizzare più volte lo stesso contenuto, creando più copie del CD e soprattutto più velocemente, dato che l'immagine è gia presente una volta per tutte sul disco fisso. Questa tecnica inoltre evita i temuti buffer underrun, con la produzione di un numero minore di scarti.

Il vantaggio della tecnica On-the-Fly, d'altro canto, è il risparmio di tempo, dato che non occorre in precedenza creare un grosso file sul disco fisso. Tuttavia la tecnica che non ricorre al file immagine è rischiosa: funziona bene soltanto se il disco fisso e/o il lettore di CD-ROM da cui si ricava l'origine sono molto veloci.

Perciò nel caso del disco fisso conviene che questo venga prima accuratamente deframmentato, per esempio con l'utility Defrag di Windows 95. In tal modo si evitano i continui spostamenti della testina di lettura, che portano spesso all'errore buffer underrun, e quindi a un CD da buttare. Un buon software di masterizzazione offre di solito a questo scopo una modalità di prova, con la quale si può controllare la velocità del disco. WinOnCD verifica la velocità di masterizzazione supportata dal disco fisso.

28 - CD ibridi per PC e Mac: come realizzarli in pratica.

I CD ibridi sono quelli leggibili sia su pc sia su Macintosh, nel proprio formato di file. Sono quindi convenienti nelle produzioni di CD multimediali che devono poter funzionare su entrambe le piattaforme, con dati identici, mentre soltanto l'interfaccia, ossia il programma di riproduzione, è specifico della data piattaforma. Esempi noti sono le produzioni effettuate con Macromind Director o Adobe Acrobat. Un CD-ROM ibrido possiede quindi due sistemi di file: il Mac-Hfs (High Performance File System) e l'Iso 9660 per il Dos.

In questo modo però la capacità per ciascun sistema di file si dimezza a circa 300 megabyte. Esistono tuttavia CD ibridi con "shared data", ossia file usati in comune. Ciò vuol dire che basta che il file sia presente una sola volta sul CD, mentre l'accesso è possibile da entrambe le partizioni. Ciò è importante specialmente per i CD multimediali concepiti sia per pc sia per Macintosh. In questi casi file speciali, quali filmati Quick Time o suoni, vengono utilizzati da entrambi i sistemi. Con WinOnCD si possono masterizzare questi tipi di CD, che di solito recano il nome Shared-Hybrid o True-Hybrid CD.

Se sono importanti solo dati quali imminagini o testi, mentre non interessano i programmi, si può rinunciare all'impegnativa realizzazione di un CD ibrido: in pratica, tutti i Mac dotati di CD-ROM, a partire dal System 7, sono in grado di leggere anche i CD-ROM normali. Formati di file quali Tif, Eps o Quark-Xpress possono quindi essere tranquillamente scambiati fra Mac e pc.

29 - Rete locale: prima di masterizzare disconnettersi dalla rete.

Se si vuole masterizzare con tecnica On the-Fly, lo si deve in ogni caso fare soltanto da un disco fisso o lettore di CD-ROM locale e mai dalle periferiche di rete. Sebbene nel caso migliore in una rete Ethernet da 10 Mbit si possano ottenere trasferimenti di dati a 700 kb/s, bisogna tenere presente che il flusso di dati varia di continuo. Non appena il traffico di dati aumenta, la velocità di trasferimento dati su ciascuna stazione in rete diminuisce drasticamente. In questo caso si deve quindi sempre preferire la tecnica Image. Se poi sul pc è presente un sistema di posta elettronica o una coda di stampa, durante la masterizzazione bisogna togliere la connessione del pc dalla rete.

30 - Audio CD: i file Wav assicurano ottimi risultati.

La possibilità di realizzare propri CD-Audio con i brani musicali preferiti è molto interessante. Lo scopo si raggiunge al meglio tramite file Wav. Nel software di masterizzazione si sceglie "CD Audio" e si importano i singoli file Wav.

Qualche problema si può avere se si vogliono registrare determinati brani da un CD musicale. CD completi, di solito (per motivi di copyright), non possono venire copiati con programmi di CD Copy. Ma anche l'estrazione di singole tracce, benché possibile teoricamente, a volte fallisce, specie con i CD-Audio economici, a causa della bassa qualità del materiale usato. Grazie all'ottima correzione degli errori dei lettori audio (o di lettori di CD-ROM in modo audio) i CD vengono riprodotti comunque in modo soddisfacente, ma nella la copia digitale gli errori di lettura degradano sensibilmente il piacere dell'ascolto. A volte in questi casi può aiutare una completa pulizia, effettuata con cautela, del CD e/o del lettore con gli speciali kit di pulizia.

31 - Collezione di dischi: come trasferire i brani preferiti su CD.

Se si possiedono numerosi dischi di vinile, che oggi giacciono inascoltati a causa del progresso, è possibile recuperare i brani preferiti nella moderna forma digitalizzata. Tutto quel che serve è un buon giradischi, una scheda audio a 16 bit di buona qualità (prive di disturbi) e naturalmente il masterizzatore di CD, nonché spazio sufficiente sul disco fisso. Per masterizzare CD audio sono consigliabili i programmi già citati di CeQuadrat e Adaptec. Entrambi offrono filtri con cui si può eliminare il tipico fruscio e i clic dei dischi di vinile.

Nel caso di WinOnCD questa opzione è raggiungibile direttamente tramite il menu contestuale delle singole tracce audio; Adaptec Easy CD Creator De Luxe include l'apposito software Spin Doctor, mentre Traxdata e CeQuadrat offrono un prodotto dedicato, Just Audio. Suggerimento: se si desidera realizzare un CD-Audio, disporre il masterizzatore su Single Speed, cosi si ottiene una qualità ottimale dei suoni.

 

3. I formati dei CD

Nei manuali d'uso dei produttori di masterizzatori e nelle guide dei software di masterizzazione si incontrano spesso termini quali Red Book, Yellow Book e Green Book ed altri. Si tratta di appositi standard per la masterizzazione, non tutti però supportati da ogni masterizzatore e ogni software. Se si sa ciò che questi termini nascondono, non si commetteranno sbagli quando si acquisterà un masterizzatore e il relativo software.

1- Red Book per i CD-Audio

Il Red Book, sviluppato nel 1980 da Sony e Philips, contiene le specifiche per i CD-Audio digitali. Esse definiscono come devono essere registrati sui risplendenti dischi argentei i dati e gli indirizzi.

All'inizio di una registrazione viene posto l'indice dei contenuti o Table of Contents (Toc). Viene poi descritta la struttura delle piste (tracce), che su un CDAudio possono essere al massimo 99. Le tracce vengono suddivise in settori di 2.532 byte.

I settori sono l'unità minima indirizzabile dei CD. I cosiddetti frame minuti/secondi forniscono l'indirizzo fisico di un settore. Nella riproduzione di un CD-Audio vengono letti 75 settori al secondo. Nell'indice (Toc) sono indicati numero e indirizzo di partenza delle tracce, nonché il tipo di

CD (dati o audio). La traccia iniziale (Lead-In-Area, Lia) è la prima traccia con i veri contenuti; l'indice dei contenuti è collocato in un'area separata. La traccia finale (Lead-Out-Area, Loa) segue alle informazioni digitali.

I dati audio devono avere una frequenza di campionamento a 44 kHz a 16 bitL

2- Yellow Book per CD di dati

Il Yellow Book completa il Red Book con la definizione delle tracce dati di un CD-ROM. Sullo stesso CD possono stare sia tracce con dati binari che musicali (Mixed-Mode Ccl). Le tracce per i dati definite in questo standard sono chiamate CD-ROM Mode 1 e CD-ROM Mode 2. Il Modo 1 è previsto per i dati binari per computer e può essere letto da qualsiasi

lettore di CD-Rorn di un pc. Il Modo 2 contiene delle tracce previste per dati audio, video e immagine.

Per poter leggere le tracce del Modo 2 il lettore deve essere specifico per questa modalità. Ciò comprende tutti i lettori di CD-ROM multisessione: i lettori meno recenti non sono in grado di leggere i dati in Modo 2.

Il riconoscimento e la correzione degli errori sono particolarmente importanti per le tracce in Modo 1, dato che contengono dati per computer, per esempio programmi. Per le tracce registrate in Modo 2 la correzione non è tanto importante, perché contengono dati audio, video e immagine.

Occhio e orecchio non sono molto disturbati da piccoli errori come invece lo sarebbe il processore di un pc.

In questo caso, dato che sul CD non vengono scritte informazioni per la correzione degli errori, rimane più spazio per i dati utili.

Una recente novità è il tipo di tracce di Modo 2 Xa (Xa = Extended Architecture). In questo caso in una traccia possono venire scritti dati per computer con Edc ed Ecc nonché dati audio/video senza Ecc. Il vantaggio: con i CD masterizzati in Modo 2 Xa si possono registrare dati audio, video e per computer in qualsiasi sequenza e riprodurli simultaneamente, per esempio con applicazioni multimediali.

3 - Lo standard Green Book

Il Green Book specifica come vanno registrati i dati in tempo reale su un CD.
I CD realizzati secondo tale standard si chiamano CD-I (Compact Disc Interactive). In prima linea si tratta di dati Adpcm-audio, video 9 di altro tipo, che possono venire miscelati a piacere. Lo svantaggio è che i lettori di CD-ROM non sono capaci di leggere le tracce dei CDI ne di riconoscere il formato CD-I.

4 - Orange Book per i CD-R

Le specifiche Orange Book, sviluppate da Philips e Sony, descrivono la tecnologia di scrittura su CD-R o CD-RW.

Vengono definite la struttura fisica e le dimensioni dei dischi, l'uso di determinate porzioni di superficie per registrare le informazioni, per la calibrazione della potenza del laser (Power Calibration Area, Pca), per la registrazione delle informazioni relative alle varie tracce (Program Memory Area, Pma) e per registrare le aree di Lead-in e Lead-out che precedono e seguono, rispettiívamente, la Program Area.

5 - White Book per i Video-CD

Nel White Book sono contenute le specifiche per la registrazione di film su CD. Questo nuovo standard era necessario, dato che nel 1993 Philips, Sony, Jvc e Matsushita hanno introdotto, appunto, i film su CD.

Sebbene i CD abbiano una grandissima capacità, questa non è ancora sufficiente a registrare un film commerciale completo. I filmati devono quindi essere compressi con uno speciale processo: cosi si raggiunge una qualità quasi pari alle cassette Vhs.

6 - Blue Book per i CD-Extra (o CD-Plus)

Il Blue Book definisce lo standard CD-Plus con cui viene ampliato lo standard Mixed-Mode.

Esso permette in una specifica sessione di collocare le tracce dati alla fine della registrazione. Il che porta il vantaggio che gli impianti Hi-Fi nella lettura dei CD realizzati secondo questo standard non vengono più danneggiati quando si tenta di leggere un CD in questo formato, perché i dati binari sono nettamente separati da quelli audio. Un lettore CDAudio legge cosi soltanto le tracce audio.

Da qualche tempo questo standard viene chiamato CD-Extra. Quale che sia l'etichetta, questi CD possono tranquillamente essere riprodotti da un lettore di CD-Audio.

 

4. Altri tipi di CD

Dvd - Digital Versatile Disc

Dvd-ROM

I lettori di Dvd sono compatibili verso il basso con i CD-ROM e i CD riscrivibili.
Per poter leggere anche questi supporti le periferiche sono dotate di una speciale unità di "sondaggio" laser.

Il Dvd viene utilizzato prevalentemente per i filmati in formato Mpeg2. Altro campo di impiego sono i giochi molto impegnativi, che attualmente vengono forniti su più CD-ROM. Purtroppo, allo scopo di evitare le copie non autorizzate, i Dvd verranno forniti con un cosiddetto Area Code, specifico del paese di provenienza, che consente di riprodurli soltanto su lettori compatibili. Ne consegue che i DVD degli Usa non sono utilizzabili sui lettori europei - cosa che sicuramente non gioverà alla diffusione dei DVD.

Attualmente sono in circolazione i seguenti tipi di DVD:

Nel 1998 fanno la loro comparsa i DVD riscrivibili e cancellabili. Un primo standard, Dvd-Ram, era stato definito dal cosiddetto DVD-Forum, i cui membri sono Hitachi, Kodak, Mitsubishi, Panasonic, Philips, Pioneer, Sony, Thompson, Toshiba e Jvc. La capacità dei DVD-Ram è inferiore rispetto ai normali DVD. Al momento ne circolano i seguenti tipi:

Nello scorso autunno però, Philips e Sony hanno presentato il DVD-RW+ la cui capacità è di 3 Gb per lato, naturalmente incompatibile con il DVD-RAM

 

5. La masterizzazione con Easy-CD Creator de-Luxe

La prima cosa da fare è quella di installare il software di masterizzazione, Easy CD, che non richiede più di 13 MB di spazio su disco.

Fig.1

La procedura è semplice e chiede solo di scegliere un directory predefinita (Fig.1) e di riavviare il sistema al termine della procedura (Fig.2) per permettere a Windows 95 di carica le opportune DLL, in memoria.

Fig.2

Oltre al software vengono installate alcune utility che permettono di svolgere alcune operazioni specifiche (Fig.3):

Fig.3

Picture CD Creator (Fig.4), per gestire e creare i Photo CD in standard Kodak;

Fig.4

Session Selector (Fig.5), per controllare la presenza e le proprietà di tutte le sessioni presenti su di un CD-ROM masterizzato;

Fig.5

Sound Editor (Fig.6), per realizzare e trasformare con effetti tipici da sala di regia i file WAV da registrare su CD;

Fig.6

e, infine, Video CD Creator (Fig.7) per preparare i Video Dischi.

Fig.7

Molto più importanti sono CD Copier (Fig.8),

Fig.8

che permette la riproduzione diretta di un CD-ROM se disponete di un lettore CD e un masterizzatore, e CD Spin Doctor (Fig.9) per campionare per poi realizzare il CD delle vostre musiche preferite.

Fig.9

Una volta avviato Easy CD Creator De Luxe, le finestre di autocomposizione indicano il processo di "masterizzazione diretta". Si chiama masterizzazione diretta quella che avviene direttamente al termine della procedura della scelta dei file da salvare su CD. Per "masterizzaziíone differita" si intende invece quella che avviene tramite immagine ISO. Quest'ultima è molto più sicura e consigliata quando si spinge al massimo la velocità di masterizzazione (4X) con sistemi non capaci di elevato transfer rate. Qual’ è lo scotto da pagare? Un'occupazione doppia del disco fisso prima di effettuare la masterizzazione.

Supponiamo di avere 600 MB di dati: viene creata l'immagine, una copia di quello che verrà scritto sul CD, su hard disk che occuperà circa altri 600 MB.

Successivamente è possibile iniziare la masterizzazione che non farà altro che copiare settore per settore l'immagine del disco sul CD. Il pc non dovrà eseguire molti compiti durante il processo di scrittura che difficilmente si interromperà per inconvenienti sempre che si disponga dei necessario spazio sul disco rigido.

La prima domanda che verrà posta è il tipo di CD che si intende realizzare (Fig.10): Data CD (file generici, file audio e video) o Audio CD (solo musica da utilizzare nell'impianto stereo di casa).

Fig.10

Effettuata la scelta comparirà una successiva autocomposizione (Fig.11) che permetterà la selezione di file e cartelle che si intendono trasferire sul CD: per effettuare la scelta occorre premere su Add Now, tenendo sempre in considerazione lo spazio libero rimasto sul CD costantemente visualizzato. Terminata la scelta, premere Avanti.

Fig.11

Se il pc non è in grado di sostenere un elevato transfer rate si può comunque verificare tale valore successivamente.

Proseguendo ulteriormente si può scegliere se eseguire la masterizzazione diretta o in un secondo momento.

Per la seconda è necessario entrare nel menu File e scegliere Create Image Disk (Fig.12), dando il nome all'immagine che verrà salvata sul CD per essere utilizzata successivamente. Create CD from disk-image è, invece, la funzione per creare finalmente il CD: verrà chiesto il nome del file e apparirà una finestra di setup.

Fig.12

Nella cartella General (Fig.13) si può scegliere se eseguire il test sul masterizzatore prima della registrazione vera e propria

Fig.13

mentre nella cartella Advanced (Fig. 14) si può scegliere se chiudere la sola sessione e continuare ad aggiungerne altre. successivamente o chiudere il disco impedendo altre scritture (Close Disk).

Fig.14

Non basterà altro che inserire un CD-R o CD-RW nell'unità e dare il via all'operazione. Un ultimo avvertimento: nel menu Disk, selezionare Import Session e confermare l'opzione se intendete aggiungere alla sessione che state creando i dati presenti sul CD di una precedente operazione. In caso contrario sarà possibile vedere solo i dati dell'ultima masterizzazione.

Il tempo necessario ad eseguire una masterizzazione completa, dipende naturalmente dalla velocità con cui il dispositivo è in grado di incidere il CD. Un dispositivo con velocità 4X riesce a scrivere 600 KB al secondo.

Spesso accade però che tale velocità non sia sfruttabile nella pratica.

Il meccanismo di incisione di un CD, infatti, prevede uno schema i lavoro di questo tipo: il computer elabora i dati e li indirizza al buffer (una zona di memoria temporanea) del masterizzatore.

Dal buffer i dati vengono prelevati e scritti direttamente sul disco vergine. Può capitare, per un qualsiasi motivo che ad un certo punto il buffer rimanga vuoto. In tal caso il dispositivo utilizzato per incidere il disco ritiene terminata la sessione e non permette più di proseguire. Il CD è, come si dice, "bruciato" ed è quindi da buttare via: non occorre però preoccuparsi perché a tutti capita, specie con i primi tentativi, di  rovinare qualche disco.

La soluzione migliore consiste nel ridurre la velocità di masterizzazione a 2X. Ciò porterà inevitabilmente a un tempo doppio di masterizzazione, ma assicureràa quasi certamente una continua alimentazione di dati al buffer del CD che potrà quindi scrivere senza problemi sul disco vergine.

Oggigiorno per incidere un silver, o RW, è possibile scegliere fra dispositivi 1X o 2X, mentre per i dischi gold, o recordable, è possibile scegliere fra dispositivi 1X, 2X o 4X e 6X.


Glossario



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