S.G.

giuseppe.spalierno@istruzione.it

Progetto 1A

Modulo 4

Editoria multimediale

I.T.I.S. "Modesto Panetti"

B A R I

itis.panetti.bari@quipo.it

 


Editoria Multimediale


 

1. Confronti fra l'editoria tradizionale e multimediale

Gli ipertesti e la multimedialità stanno rivoluzionando la comunicazione.

Per questo motivo sono sorte nuove case editrici rivolte esclusivamente a questo settore e molte case editrici classiche si stanno interessando alla multimedialità.

Ciò comporta uno sviluppo editoriale del tutto nuovo, aperto alle tecnologie emergenti, per la produzione di materiale che va da un semplice testo all'enciclopedia interattiva.

La diffusione del prodotto realizzato avviene utilizzando, come supporto, il CD-ROM ma ciò, come sappiamo, oltre agli innegabili vantaggi presenta lo svantaggio di essere off-line, cioè consultabili, seppur all'infinito, da una postazione di lavoro e risultano immutabili nel tempo: l'aggiornamento è problematico.

Un altro metodo di diffusione del prodotto è l'utilizzo delle reti di calcolatori. I files risiedono sul server ed i client della rete possono consultarli senza, però, alterarli. La rete può essere Internet o una rete locale, magari con tecnologia Intranet.

L'aggiornamento dei contenuti avviene sul server. Molti sono i campi applicativi di questa editoria on-line. Basti pensare all'utilizzo nelle aziende e nelle scuole.

Questo nuovo tipo di editoria, in senso lato e grazie alla diffusione di Internet, va dalla produzione di pagine personali pubblicate sul Web da semplici utenti a siti Web commerciali, scientifici, letterari, tecnici, ecc.

Nell'editoria tradizionale l'autore consegna all'editore il prodotto pressoché finito. L'editore, sfruttando la propria esperienza e i supporti tecnologici in proprio possesso, realizza un prodotto con testo e grafica adeguati ed opportunamente sistemati, struttura l'indice generale ed analitico, elabora la copertina più appropriata, ecc.

Nell'editoria multimediale occorre acquisire o creare e sistemare opportunamente le informazioni sotto forma di vari media, scegliere le tecnologie più adatte, acquisire i diritti dei diversi media e scegliere i canali distributivi più opportuni per raggiungere la massima utenza possibile.

L'editore multimediale deve avere collaboratori esperti di software per la generazione, acquisizione ed elaborazione di testi, di immagini, di suoni, di filmati.

La produzione di materiale con i diversi media può risultare più dispendiosa rispetto all'editoria tradizionale per cui è fondamentale effettuare preliminarmente l'analisi dei costi e confrontarli con i ricavi previsti dalle vendite.

 

2. Le componenti dell'editoria multimediale

Un editore, nel produrre un'opera multimediale, deve tener conto delle seguenti componenti fondamentali:

 

2.1. Le risorse umane

Le risorse umane rappresentano un fattore strategico per l'editoria multimediale. La scuola e il mercato del lavoro oggi non sono ancora in grado di offrire elevata professionalità ed esperienza consolidata poiché l'editoria multimediale è una attività nuova che richiede competenze multidisciplinari.

L'acquisizione delle competenze da parte dell'editore e dei suoi collaboratori avviene, come in tutte le attività nuove, con un costante processo di prova e riprova, cioè imparare stando a contatto altri operatori, scambiandosi opinioni e provare.

 

2.2. I diritti di riproduzione

In un prodotto multimediale si inseriscono testo, immagini, suoni e filmati. Alcuni di questi media sono generati dall'autore, altri, invece, potrebbero essere di proprietà altrui e quindi coperti da copyright. Col pagamento dei diritti di riproduzione, l'editore multimediale si avvale del medium non di sua proprietà.

Si pensi ai miliardi spesi da Bill Gates per inserire, all'apertura di Windows 95, la musichetta di alcuni secondi suonata al piano dal musicista Brian Eno.

In alcuni casi il costo dei diritti di riproduzione potrebbe essere così elevato da non giustificare l'inserimento di quel medium nel progetto ipotizzato. Questo, naturalmente, rende il prodotto finito incompleto o quanto meno non ricco dei particolari desiderati dall'editore.

 

2.3. Le tecnologie

L'editore multimediale deve scegliere il linguaggio di programmazione o il programma autore che consente di elaborare e sviluppare il suo progetto, deve disporre dell'hardware e del software necessario per la composizione, l'acquisizione e l'elaborazione del testo, della grafica, delle animazioni e dei filmati, deve, inoltre scegliere l'ambiente operativo in cui far funzionare il prodotto multimediale.

Deve, inoltre, decidere se rendere on-line parte dell'opera per scopi pubblicitari.

In questa attività partono avvantaggiate le società collegate ai produttori di hardware e di software che dispongono della strumentazione necessaria, dell'esperienza e dei trucchi del mestiere che consentono di ottenere dalle immagini, dai filmati e dai suoni prestazioni ottimizzate senza la necessità dell'addestramento o di perdita di tempo per la lentezza tipica del novellino.

Col tempo, però, queste tecnologie risulteranno semplici da utilizzare e a costi più contenuti per cui il divario tra i vari editori multimediali tenderà a ridursi.

L'apertura di un sito Internet, inoltre, consente una modalità tutta nuova per la pubblicità, diffusione e distribuzione di prodotti multimediali, come avviene per gli applicativi software di tipo freeware, shareware e demoware.

Con Internet, inoltre, è possibile trasmettere gli eventuali aggiornamenti del prodotto multimediale.


I Prodotti Di Editoria Elettronica Come Prodotti Sistemici

Rispetto ai prodotti di editoria tradizionale, i prodotti di editoria elettronica presentano una caratteristica profondamente diversa e densa di conseguenze strategiche per gli operatori del settore: si tratta di prodotti sistemici, ovvero di prodotti che, per poter essere utilizzati, richiedono l’uso di supporti hardware, quali il televisore, il PC, il videoregistratore e così via. Ai supporti hardware si aggiunge, nel caso dei prodotti PC-based, l’uso di altri strumenti quali i sistemi operativi.

Questa osservazione, che a prima vista può sembrare banale, comporta un impatto molto importante sul controllo, da parte dei produttori di editoria elettronica, del valore erogato ai propri clienti. In sostanza la possibilità da parte di questi di erogare valore dipende solo in parte dai prodotti da essi stessi forniti: il valore erogato, infatti, dipende in misura molto rilevante, anche da altri prodotti messi sul mercato da altri attori e sui quali i produttori di editoria elettronica in senso stretto hanno poche possibilità di intervento.

La caratteristica sistemica dei prodotti di editoria elettronica, li rende molto più complessi e difficili da gestire rispetto ai prodotti stand-alone dell’editoria tradizionale. Questa complessità, inoltre, è accentuata dal fatto che, nella maggior parte dei casi, non si è ancora consolidato uno standard per i supporti tecnologici.

La necessità di gestire prodotti sistemici e, per di più, legati a tecnologie ancora in fase di evoluzione e non standardizzate, comporta una serie di risvolti sulle modalità di gestione strategica delle imprese di editoria elettronica.

Se, ad esempio, vendiamo un servizio on-line e verifichiamo che molti dei nostri potenziali utenti non dispongono delle attrezzature hardware necessarie per usufruire del servizio e, per di più, hanno le idee molto confuse sui passi che occorre compiere per dotarsi delle attrezzature necessarie, non possiamo limitarci a commercializzare il nostro servizio on-line, ma dobbiamo, in senso lato, agire al fine di mettere i clienti nella condizione di poter usufruire del nostro servizio. Potremmo, in questo caso, dare agli utenti la possibilità di acquistare (magari a prezzi di favore) l’hardware necessario, offrire un servizio telefonico di consulenza tecnica, stringere accordi con fornitori di hardware per predisporre offerte congiunte e così via.

Il fatto di offrire un prodotto sistemico ha un impatto anche sulla scelta dei canali distributivi da utilizzare.

Nel caso dei CD-ROM, ad esempio, la distribuzione può avvenire attraverso le librerie (se si vuol mettere l’accento sul contenuto editoriale del prodotto) o attraverso i computer shop (se si ritiene che sia il contenuto tecnologico del prodotto l’aspetto più importante). E’ però possibile che nessuno dei canali già esistenti per la distribuzione dei vari componenti del sistema del valore (hardware + prodotto editoriale) presenti tutte le caratteristiche necessarie per una valorizzazione dello stesso. In questo caso le imprese devono cercare di uscire dai propri schemi mentali consolidati e, in un contesto di elevata flessibilità strategica, sapere, se necessario, immaginare sistemi di distribuzione innovativi. Negli Stati Uniti, ad esempio, si sta assistendo alla nascita di punti di vendita specializzati per prodotti software e multimediali presso i quali, fra l’altro, è possibile visionare i prodotti e avere l’assistenza da parte di personale specializzato.

La turbolenza tecnologica unita a un mercato che ancora si trova nella sua prima fase di evoluzione, comporta la necessità di saper gestire sistemi aziendali che da un lato presentano un elevato grado di complessità e che dall’altro siano abbastanza flessibili da poter operare con successo in un ambiente turbolento.

Una delle modalità più diffuse per il contenimento della complessità aziendale è rappresentata dal ricorso all’outsourcing, magari in forme che prevedono una stretta collaborazione con la società specializzata.

Purtroppo, occorre rilevare come in Italia il settore dell’editoria elettronica non sia ancora molto sviluppato e che, di conseguenza, siano ancora poche le società in grado di offrire sevizi altamente specializzati a costi contenuti.

In ogni caso, a nostro parere, è importante affrontare le scelte di internalizzazione/esternalizzazione senza pregiudiziali e senza la volontà, a priori, di voler controllare direttamente tutte le attività o, al contrario, di non voler sviluppare internamente nuove competenze tecnologiche.

 

L’editoria Elettronica: Il Mercato Dei Cd-Rom

Tra le mille opportunità connesse allo sviluppo dell’informazione elettronica, l’editoria tradizionale cerca di intravedere il suo futuro concentrandosi in particolare sulla versione elettronica del libro, il "CD-ROM". E’ su questo prodotto che si materializzano quasi tutti gli interrogativi degli editori, le loro ansie e le loro speranze. Questa categoria abituata a fare i conti con la crisi, angosciata dalla minaccia di essere sopraffatta da ogni innovazione, nello stesso tempo sedotta dall’idea di nuove tecnologie e dalle opportunità offerte da nuovi mercati. D’altra parte le indicazioni che vengono dalle stime di fatturato del comparti CD-ROM si rivelano incoraggianti, segnando progressi del 20% all'anno. Pur nell’incertezza che il futuro riserva al libro, una parte degli editori tradizionali si sta già dedicando anche alla produzione elettronica .

La produzione editoriale elettronica in Italia

La storia dell’editoria elettronica su CD-ROM comincia nel 1981 con Giuffrè. Poi, nel 1987, sull’esempio delle esperienze straniere industria informatica ed editoriale si alleano e nasce la Editel, ancora oggi tra i maggiori produttori di CD-ROM con 15 titoli in catalogo e un fatturato per il 1994 stimato intorno ai 5 miliardi. La passione degli editori italiani per l’elettronica però stenta a decollare e l’anno successivo solo tre grandi case, De Agostini, Utet e Zanichelli, inaugurano la linea CD-ROM. Di fatto la lista dei produttori di libri elettronici da allora si è incrementata lentamente di poche unità ogni anno e, anche se comincia a essere lunga, la percentuale che rappresenta nell’universo editoriale è ancora bassa.

A giudicare dai primi editori che si sono cimentati in questo tipo di produzione si direbbe che le prospettive legate ai prodotti CD-ROM hanno interessato più le case editrici medio-grandi che non i colossi del libro.

In realtà la dimensione degli editori non sembra essere stata, nel caso, un elemento decisivo; senz’altro determinante è invece stata la specializzazione della casa editrice. In sostanza è successo che chi aveva in catalogo titoli adatti alla consultazione elettronica, destinati a un pubblico attrezzato ad assorbirli, si è risparmiato le indagini di mercato e li ha trasferiti in versione CD-ROM senza perdere tempo. Il risultato è stato che l’offerta non è molto aumentata nel tempo e alla spregiudicatezza iniziale è seguita una fase di indecisione da parte dei produttori. Molti si sono resi conto che anche la naturale proposta di prodotti mirati a categorie di professionisti ben precise doveva avere obiettivi strategici e che non ci si poteva improvvisare editori di libri elettronici solo per non perdere l’occasione di un nuovo mercato. Soprattutto era forse impossibile confezionare CD-ROM utilizzando gli stessi criteri di selezione editoriale, di distribuzione e di vendita adottati per i libri. Alla fine di queste riflessioni, come è successo anche all’estero, un buon numero di editori ha preferito continuare a fare il suo mestiere e affidare, attraverso, accordi, alleanze e compartecipazioni, la produzione e la distribuzione di CD-ROM a società specializzate (come si vedrà di seguito la partnership in questo campo è fondamentale). La presenza di nuovi attori sulla piazza sta già producendo concreti effetti sull’offerta, maggiormente orientata verso le esigenze dei consumi di massa e in un certo senso più attenta ai risultati.

La classificazione per genere di 106 prodotti disponibili sul mercato evidenzia la prevalenza di titoli di contenuto informatico (19), a dimostrazione che l’offerta è indirizzata verso l’utenza più ricettiva, che continua a essere quella degli esperti di computer. Consistente anche la presenza di CD-ROM di argomento giuridico (15), destinati a professionisti, e di opere di consultazione, indirizzate soprattutto alle biblioteche (11). Considerevole inoltre la concentrazione dell’offerta sulla letteratura, con monumentali proposte uscite proprio di recente, (7) e sull’informazione, campo in cui sono già disponibili diverse annate de "La Stampa", "Il Corriere della Sera" e "Il Sole-24 Ore". Finora le prospettive di un progressivo allargamento del mercato erano circoscritte dalla stessa offerta: i professionisti destinatari di raccolte di leggi, normative fiscali, repertori bibliografici, se da una parte costituiscono una garanzia di ricettività del prodotto, dall’altra certo rappresentano un assorbimento assai limitato. La convinzione dei produttori è perciò che non si può operare nel comparto Cd-rom senza aprire, sia pure con maggiori rischi, a un bacino di utenti più vasto. Ciò non vuol dire necessariamente che gli editori pensano di raggiungere il grande pubblico con tirature di CD-ROM da best-seller. Tutt’altro. Secondo indicazioni delle stesse case editrici la tiratura media di un libro elettronico si aggira oggi sulle 1.000-1.500 copie. E queste cifre non cambieranno molto in futuro, visto che si cercherà di personalizzare sempre più l’offerta. I costi di produzione, progressivamente sempre più bassi, consentiranno di diversificare al massimo l’informazione elettronica con prodotti estremamente mirati, che l’editoria tradizionale non può più permettersi di proporre. La realizzazione di 1.000 copie di un CD-ROM, compresa la matrice, costa ormai meno di 10 milioni, una cifra che non ha termini di raffronto con i costi della carta stampata. Nello stesso tempo si avverte la necessità confermata dall’esistenza di molti prodotti multilingua "made in Italy" - di rivolgersi a un pubblico aggiuntivo rispetto a quello domestico. In sostanza l’obiettivo dei produttori è che il CD-ROM divenga uno strumento di comunicazione sovranazionale. D’altra parte i paesi dove il mercato elettronico su disco ha dimensioni ragguardevoli esportano già consistentemente all’estero. Della naturale vocazione internazionale dei CD-ROM ci sono altri segnali; basti pensare al fatto che i distributori specializzati di libri elettronici sono in qualche caso anche importatori e che l’assortimento delle librerie multimediali, recentemente sorte in Italia, si estende ai prodotti stranieri. Gli editori, che per i prossimi anni hanno programmi di espansione nel settore dei CD-ROM, stanno ora pensando a individuare canali di vendita e strategie adeguati ai loro obiettivi. In futuro non sarà più sufficiente distribuire i prodotti direttamente attraverso propri agenti come hanno fatto finora in particolare gli editori che si rivolgevano a un’utenza specializzata.

Se i destinatari dell’informazione elettronica saranno soprattutto le famiglie bisognerà raggiungerle capillarmente attraverso le librerie, i grandi magazzini, i computer shop e le edicole. Per i produttori ciò significa che dovranno prepararsi ad affrontare la concorrenza, ma è anche il segnale inequivocabile che lo sviluppo dell’editoria elettronica è veramente a portata di mano. Le stesse librerie tradizionali, dopo l’apertura al pubblico di quelle multimediali, ritengono di non poter sottovalutare il fenomeno CD-ROM e si stanno preparando, anche addestrando il personale, ad accogliere al loro interno delle sezioni di editoria elettronica. L’entità del successo che la lettura al computer potrebbe registrare nei prossimi anni, oltre che dipendere dalla qualità dell’offerta, rimane in parte condizionata dalla rimozione di alcuni ostacoli che finora ne hanno limitato la crescita. Le vendite di CD-ROM non potranno incrementarsi consistentemente se non crescerà il numero dei lettori installati nei PC: all’inizio del 1994 le stime segnalavano un parco macchine ancora molto limitato, compreso fra i 10 mila e 30 mila. Un altro freno all’acquisto di CD-ROM sono i prezzi, non solo ancora inadatti a stimolare consumi di massa, ma cari anche per l’utenza specializzata. Sono ancora molti i fattori che incidono sul prezzo al pubblico dei CD-ROM; sui prodotti che non siano compilativi gravano, ad esempio, pesantemente i diritti d’autore. Tra le possibili soluzioni individuate per tentare di attenuare l’incidenza di questo onere, c’è all’orizzonte una maggiore collaborazione tra i diversi attori che concorrono alla produzione. Partecipazioni incrociate e alleanze strategiche potrebbero portare il prezzo dei CD-ROM entro livelli più contenuti, ma perché ciò avvenga, sarà necessario un atteggiamento più aperto da parte degli editori, una maggiore disponibilità a cooperare nell’interesse del mercato e una concezione nuova del patrimonio.

Situazione e tendenze del mercato mondiale

Il modello di sviluppo della produzione Cd-rom in Italia ha come punto di riferimento costante le tendenze in atto nel mercato mondiale del settore. Secondo dati diffusi dalla Tfpl, società di ricerche inglese, in meno di dieci anni, alla fine del 1993, si è giunti a contare 3.597 titoli di Cd-rom. Tale cifra, di per sè non astronomica, evidenzia uno sviluppo esponenziale della produzione, considerando che nel 1987 erano disponibili solo 48 titoli. La classificazione per soggetti di quanto pubblicato sottolinea, sempre secondo le indicazioni della Tfpl, che ancora negli anni 1992 e 1993 le materie di riferimento continuano a essere per gli editori quelle riguardanti l’intrattenimento con il 15,6 (345) e il 16,7% (600). L’incremento più significativo si registra però nella scelta di titoli di contenuto educativo che si attestano nel 1993 all’11,8% (424) dal 7,5% (165) dell’anno precedente; meno considerevole, ma crescente, è l’attenzione rivolta ai temi relativi alla linguistica, che nel 1993 ammontano a 258 titoli (+7,2%), mentre solo l’anno prima erano 110 (+5%).

Le 25 categorie nelle quali vengono classificati dalla Tfpl i prodotti disponibili sul mercato smentiscono l’inadeguatezza del CD-ROM rispetto ad alcune materie e testimoniano che si stanno ampliando gli orizzonti dei produttori. Se rispetto agli scorsi anni può ancora essere fondamentale soddisfare i bisogni informativi dei professionisti e addetti ai lavori, d’ora in poi gli editori dovranno individuare le esigenze di un mercato di massa che sta diventando significativo. In questo senso è abbastanza indicativo il livello di crescita dei lettori di CD-ROM installati nel mondo citati dal rapporto Anee 1994 (ricerca Dataquest): ai 3 milioni del 1992 si aggiungono 4,8 milioni di vendite stimate per il 1993 e 6,3 milioni per il 1994. E non solo, a favorire l’avvicinamento delle famiglie ai prodotti CD-ROM saranno anche i prezzi, in previsione più bassi a causa dei diminuiti costi di produzione e di una maggiore competitività. Il CD-ROM sarà inoltre un prodotto sempre più a portata di mano perché avrà una distribuzione più capillare in luoghi di facile accesso: grandi magazzini, librerie specializzate, negozi di elettronica. Più importante in assoluto per l’incremento dei consumi di massa sarà però la flessibilità dei prodotti, vale a dire l’attenzione continua che i produttori rivolgeranno alle esigenze della gente comune. Gli editori in molti casi abbandoneranno la specializzazione che ha caratterizzato la loro iniziale attività per tentare anche la via della diversificazione. E’ probabile che chi sceglierà di perseguire tale strategia dovrà optare per una politica di alleanze, compartecipazioni e "joint venture", anche di ordine internazionale, sia con gli editori tradizionali che con i nuovi produttori di editoria elettronica. Tutto questo contribuirà a mutare lo scenario dell’editoria mondiale e sarà interessante soprattutto nei prossimi anni constatare in quale direzione si muoveranno le tendenze già in atto. Rimarranno, come tutto sommato è stato finora anche nella produzione elettronica, le differenze esistenti tra i diversi mercati nazionali dell’editoria o si tenderà a una maggiore omologazione? Difficile prevedere ciò che lo sviluppo di un mercato potenzialmente in crescita potrà determinare. Per ora si può solamente constatare che nella ricerca di un’utenza sempre più vasta gli editori delle diverse aree del mondo stanno adottando atteggiamenti non dissimili: nella produzione come nella distribuzione e nelle strategie di vendita si nota che i singoli tentativi riflettono quasi sempre un modello comune, quello della maggioranza.


3. Criteri per la progettazione di un prodotto multimediale

La realizzazione di un prodotto multimediale passa dapprima per la stesura di una bozza di progetto che consente di definire una prima struttura di base che consiste nell'individuare l'ambiente operativo dell'utente del prodotto, le funzioni e i collegamenti che consentiranno l'esplorazione dell'applicativo.

L'opera si sviluppa attraverso una serie di videate che costituiscono lo storyboard. La struttura del prodotto finito non si discosterà da quello dello storyboard realizzato.

La prima bozza sarà sicuramente soggetta a modifiche sia riduttive che di ampliamento nel corso della realizzazione. D'altronde non è prevedibile a priori se ci saranno difficoltà nel reperimento dei diritti di riproduzione di immagini, brani musicali e filmati.

Il materiale ottenuto al termine di questa prima fase del progetto è consegnato ai grafici i quali hanno il compito di comporre graficamente, in un nuovo linguaggio visivo, il testo, le immagini e quant'altro.

Il testo inserito deve soddisfare questi requisiti:


Costruzione di un documento ipertestuale coerente.

È responsabilità dell'autore assicurare che il documento ipermediale sia una entità coerente.
La costruzione di un documento multimediale si può dividere in tre fasi

Determinazione del contenuto
In questa fase si cerca di attribuire al materiale lineare una possibile struttura gerarchica di base. Le informazioni vengono divise per domini, definendo quindi quali saranno i nodi del documento.

Organizzazione
Qui si procede alla organizzazione del materiale nei dettagli, si cura la sua struttura e accessibilità.

Presentazione
Infine si passa al perfezionamento dell'interfaccia.

Durante la fase di organizzazione vengono date etichette alle ancore, nel modo più preciso possibile, in modo che l'utente possa fare delle scelte consapevoli sul nodo da accedere. Quello del numero di ancore, come già accennato, è un problema piuttosto delicato. Costruendo troppi collegamenti si rischia di disorientare l'utente, d'altra parte con troppo pochi collegamenti l'ipermedia rischia di essere rigido e poco maneggevole mentre ciò che si vuole ottenere è una struttura aperta e flessibile.

L'autore può evitare di definire una sequenza di lettura e limitarsi a scegliere un punto di partenza oppure può definirne una in base agli interessi e conoscenze del lettore; questa seconda strada è consigliata nel caso in cui si vogliano costruire strumenti didattici.

Per cercare di ovviare al problema dell'orientamento dell'utente nell'ipertesto è utile indicare sempre un percorso ``consigliato'' e dare informazioni su quali nodi sono già stati visitati oltre che sui nodi visitabili. Può essere utile anche fornire il documento di indici, immagini interattive, meccanismi per la ricerca per parole chiavi... Questi strumenti oltre a facilitare l'orientamento permettono di aggirare il problema del caricamento di grossi files.

I modelli di lettura e scrittura

Gli ipertesti con la loro struttura non lineare facilitano l'esplorazione. Noi pensiamo per idee che cerchiamo di associare e di mettere in relazione tra loro in modo da costruire una rete concettuale. Quando leggiamo un libro spesso non procediamo linearmente ma saltiamo avanti e indietro riferendoci a materiale già scorso, facendo annotazioni, e saltando ad argomenti specifici, aiutandoci con indici e indici analitici. D'altra parte, quando vogliamo scrivere un documento, cerchiamo prima di definirne le linee principali, in seguito organizziamo le idee, scriviamo su carta e revisioniamo il tutto un certo numero di volte fino a che riteniamo di avere prodotto un documento coerente. Il nostro modo di procedere, in realtà non è lineare, ci siamo adattati alla linearità dovendo sfruttare e produrre rappresentazioni su carta.

Per capire come realizzare gli ipertesti è molto importante capire come le persone leggono e scrivono documenti. Modelli di lettura e scrittura sono stati sviluppati dagli psicologi cognitivi: essi possono essere usati per comprendere il modo di pensare non lineare degli esseri umani.


4. Editoria multimediale nelle aziende

Contrariamente a quanto si pensi, i maggiori beneficiari della multimedialità applicata all'editoria non sono le case editrici ma le aziende.

Si definisce corporate publishing quella parte della comunicazione che consente la diffusione dei contenuti editoriali su larga scala tramite supporti elettronici.

All'interno di una azienda agiscono diversi sistemi di gestione editoriale delle informazioni corrispondenti ai vari processi organizzativi:

Le reti locali, la multimedialità e l'ipertestualità hanno favorito lo sviluppo del trasferimento delle informazioni in modo elettronico.

Le attività del corporate publishing si possono suddividere in due grandi aree:

I benefici delle applicazioni del corporate publishing sono:

La scuola può essere intesa come una azienda nella quale si produce, si scambia e si utilizzano informazioni.

Nella scuola è possibile individuare un elevato numero di attività tipiche del corporate publishing delle aziende.

In una scuola dotata di personal computer collegati in rete locale e collegati ad Internet si possono individuare due attività distinte ma non separate delle quali l'utenza può trarre beneficio:

 

5. Intranet

In un articolo apparso sul New York Times all'inizio del 1994 William Safire utilizzò il termine Intranet per indicare un insieme di tecnologie destinare a rendere accessibili a tutti qualsiasi tipo di informazione presente negli archivi di un'azienda.

Oggi il termine Intranet indica una rete locale alla quale sono stati applicati gli stessi protocolli di Internet in modo da realizzare una specie di Web privata.

Tecnicamente una Intranet è una rete aziendale basata sulla filosofia client-server, dotata di firewall e delle applicazioni tipiche di Internet.

Tali applicazioni sono costituite dal protocollo TCP/IP, dai protocolli di livello superiore come HTTP, FTP, POP3, SMTP, NNTP, ecc. per la navigazione nel Web, dai protocolli per il trasferimento dei files, per ricevere e trasmettere posta elettronica, news, ecc. I software client e server di una Intranet sono gli stessi di Internet.

Questo comporta una serie di vantaggi:

Per accedere ad una Intranet occorre dapprima entrare nella rete LAN aziendale e indicare il proprio identificativo e la password.

Le stazioni di una Intranet sono computer intelligenti, questo significa che in qualunque momento una stazione può essere usata autonomamente.

I motivi che possono spingere un'azienda a spostarsi da Internet a una Intranet sono:

Una Intranet è facilmente espandibile e interfacciabile verso l'esterno, può sfruttare macchine eterogenee e garantisce uno standard condiviso da decine di milioni di utenti sparsi nel mondo.

 


Di Gastone Demalde' docente di Elettronica presso ITIS Parma.

Intranet

Introduzione

Scrivo questo articolo con l'intento di trasferire una mia personale esperienza ad altri, sperando che questo possa permettere una più rapida diffusione della cultura telematica all'interno della scuola.

Ormai quasi tutte le scuole sono dotate di laboratori contenenti personal computer. Mettere in rete locale tali macchine e simulare il funzionamento di internet è tecnicamente possibile ... quello che manca è semplicemente un po' di conoscenza.

Spero di riuscire a spiegare chiaramente le procedure che ho seguito.

Storia
Durante i mesi di dicembre e gennaio sono stato impegnato in un corso di aggiornamento dedicato alla rete internet.

Essendo il mio istituto collegato alla rete con un unico computer dotato di modem, non sapevo come far sperimentare ai vari insegnanti le potenzialità di un collegamento telematico.

L'idea di far vedere da lontano il funzionamento dei vari programmi la trovavo poco didattica :-)

Leggiucchiando in giro, mi sono reso conto che è possibile utilizzare all'interno di una rete locale i software impiegati normalmente nei collegamenti con Internet. In questo caso la rete locale viene denominata intranet.

L'idea di realizzare in un laboratorio del mio istituto una piccola intranet è stata immediata. C'erano solo un paio di piccoli problemi: non avevo mai visto una rete locale e non capivo assolutamente nulla nelle sigle che comparivano nei vari settaggi dei programmi (... non che ora la situazione sia migliorata di molto O:) ) .

Comunque non mi sono demoralizzato e con l'aiuto della fortuna, di un bravo ITP di informatica e, soprattutto, provando tutte le possibili combinazioni dei parametri di configurazione :-) , alla fine sono riuscito a far funzionare in locale la posta elettronica, un sito web ed un servizio IRC !

Devo dire che sono rimasto abbastanza soddisfatto del funzionamento della mini rete. È un vero peccato che gli insegnanti abbiano potuto lavorarci solo per poco tempo. Purtroppo a tale corso sono state assegnate solamente 12 ore, se poi si tiene conto che per molti docenti era già problematico aprire una finestra e ridimensionarla ...

Spero comunque di essere riuscito a far capire ai partecipanti quali siano le potenzialità di queste nuove tecnologie e che ci troviamo di fronte ad una vera e propria rivoluzione culturale.

Protocolli di comunicazione
Con il termine protocollo intendo un insieme di regole che permettono lo scambio di informazioni.

I protocolli sono organizzati in ordine gerarchico. Il livello più basso è costituito dall'insieme di regole elettriche che l'herdware deve rispettare per non avere conflitti elettrici e per poter trasferire i segnali. Il livello più alto è rappresentato dalle regole che devono seguire i programmi che fanno da interfaccia con l'utente.

Non si tratta poi di concetti così complicati come potrebbe sembrare a prima vista. Prendiamo ad esempio la comunicazione umana. Dal basso verso l'altro possiamo definire almeno 4 tipi di protocolli :

Le persone che vogliono trasferire informazioni con la parola devono rispettare tali protocolli.

Il protocollo TCP/IP

Per far comunicare più computer fra di loro, occorre dotare ogni macchina di una scheda di rete e di un cavo che connette le varie schede (una scheda IDE costa circa L.50.000). Se le schede sono compatibili fra loro, allora il protocollo hardware è rispettato.

Una volta connesse le macchine, serve un protocollo (software) che permetta ai vari sistemi operativi di comunicare fra di loro. Si può pensare a tale protocollo di trasmissione come al linguaggio comune che tutte le macchine devono usare per avere una qualche possibilità di capirsi.

I programmi che funzionano sulla rete internet utilizzano come protocollo di comunicazione il TCP/IP.

Attualmente, tutti i sistemi operativi permettono di installare tale protocollo. Io in particolare mi riferirò a macchine dotate di Windows 95 .

In tale sistema operativo (spero di non attirare le ire di nessuno nel definire così Win95 :-) ), il protocollo TCP/IP è fornito all'interno del CD di installazione.

La logica Client - Server

All'interno della rete internet vengono offerti vari tipi di servizio. Ogni servizio utilizza un opportuno protocollo di comunicazione (protocollo di livello superiore al TCP/IP).

Tutte le volte che si vuole accedere ad un particolare servizio, occorre mettersi in contatto con una macchina su cui è in esecuzione un programma denominato "Server". Tale programma si preoccupa di rispondere alle richieste che i vari utenti formulano con altri software denominati "Client". Ovviamente i protocolli di comunicazione dei programmi client e server devono essere identici.

Se si vuole sperimentare la posta elettronica, occorre far girare su di una macchina un server SMTP/POP3. A questo punto i vari client normalmente utilizzati come Eudora o Pegasus possono collegarsi al server per trasmettere e ricevere messaggi.

Se si vuole navigare con un browser tipo Netscape o Internet Explorer, allora occorre collegarsi ad un server Web.

Se si vogliono fare dei trasferimenti di files con programmi tipo Ws_FTP, allora ci si collega ad un server FTP, e così via.

La logica di funzionamento è abbastanza semplice, spero di essere riuscito a spiegarmi :-)

Come installare il protocollo TCP/IP con Win95

Quando si installa una scheda di rete, Win95 la riconosce in automatico ed installa il protocollo NetBEUI .

Per installare il protocollo TCP-IP occorre seguire la seguente procedura :

- andare in "Pannello di controllo" - "Rete"

- nella cartella configurazione premete il bottone "Aggiungi"

- selezionare "Protocollo" e premere "Aggiungi"

- selezionare "Microsoft" - "TCP-IP" e poi premere il bottone "OK"

Una volta installato il protocollo TCP/IP, bisogna configurarlo. Per prima cosa dovete definire l'indirizzo internet della rete locale che state configurando. Non essendoci il collegamento ad alcuna altra rete, non ci sono particolari vincoli nella scelta.

Come indirizzo di rete potete scegliere 196.200.0.x, la x indica il numero univoco associato ad ogni macchina della rete. Quindi gli indirizzi IP dei vostri computer diventeranno 196.200.0.1, 196.200.0.2, ..., ecc

Ora possiamo passare alla configurazione del TCP-IP. Selezionate "Pannello di controllo" - "Rete". Nella scheda configurazione evidenziare TCP-IP e selezionare il bottone "Proprietà".

Dovrebbe comparire una schermata con varie schede:

Scheda Indirizzo IP :

- Nel campo "Indirizzo IP" mettere 196.200.0.x (al posto di x inserire il numero associato alla macchina)

Scheda Avanzate :

- Segnare "Imposta il protocollo come protocollo definito"

Le altre schede lasciatele con i valori preimpostati.

Un'ultima cosa. Quando lanciate un server su di una determinata macchina della vostra rete locale, i vari client che si collegheranno a tale server dovranno conoscere l'indirizzo IP oppure il nome della macchina su cui gira il server.

Il nome di un determinato computer lo potete andare a controllare e modificare selezionando "Pannello di controllo" - "Rete" - "Identificazione" - "Nome del computer" .

Server di posta elettronica

La configurazione più complessa si è rivelata quella relativa alla posta elettronica. Ho provato alcuni server di posta, ma sono riuscito a farne funzionare solo uno : SLMAIL95 prodotto da Seattle Lab .

Dal sito http://www.seattlelab.com ho prelevato una versione demo funzionante per 14 giorni. Esiste anche una versione del programma free limitata però a 10 utenti (se non ricordo male) .

Installazione di SLMail95

Dopo avere lanciato l'eseguibile seguire i seguenti passi :

A questo punto avete finito l'installazione e vi trovate in "Avvio" - "Programmi" un nuovo gruppo denominato "SL Products" .

Se non lo avete ancora fatto, potere far partire il server di posta selezionando : "Avvio" - "Programmi" - "SL Products" - "SLMail95"

In basso a destra vi dovrebbe comparire una piccola icona con scritto "SL" .

Ricordatevi che il dominio del server di posta coincide con l'indirizzo IP della macchina su cui lo avete installato oppure con il nome che avete assegnato a tale macchina.

Configurazione degli utenti con SLMail95

Cliccando due volte sull'icona SL, compare la finestra principale di SLMail.

Aprire "Configuration - Users" (è possibile farlo anche direttamente dall'icona in basso a destra con il tasto destro del mouse selezionando la voce Users). Lasciate stare tutti gli utenti già predefiniti.

Supponiamo di voler aggiungere un nuovo utente.

Per evitare di fare confusione, tenendo conto che il sistema serve solo per usi didattici, vi consiglio di mantenere uguali i campi "User ID", "User Name" e "Password". Risulta utile poi associare il nome di tali campi al numero della macchina su cui si vuole far girare il client.

Supponendo che si tratti del computer 5 della rete, allora vale la pena inserire nei tre campi "User ID", "User Name" e "Password" la stessa sigla, ad esempio "pc5".

Occorre poi definire una mailbox personalizzata per ogni utente. Quindi nel campo "mailbox" lasciate inalterato il path e cambiare il nome del file in "drive\path\pc5.mbx" .

A questo punto potete premere il pulsante "Add" ed aggiungere alla lista il nuovo utente.

Configurazione di un client di posta : Eudora

Supponiamo di avere configurato su SLMail un utente con User Name e Password "pc5" e che il nome della macchina server sia "scuola".

All'interno del setup di Eudora dovete impostare :

Ora, se SLMail è stato lanciato, potete scrivere un messaggio di posta indirizzato ad un qualsiasi user configurato correttamente.

Configurazione di una MailigList con SLMail95

SLMail è in grado di gestire delle Mailing List. Una Mailig List viene vista come un particolare User.

Supponiamo di voler creare una Mailing List denominata "tutti":

Se per caso volete aggiungere la scritta "tutti :" ai vari subject dei messaggi spediti alla lista, allora premete "show configuration", selezionate "Enforce List Title in Subject Line" ed inserire nel campo sottostante la stringa "tutti"

Supponendo come al solito che il nome della macchina server sia "scuola" , un qualsiasi utente può iscriversi alla lista spedendo un messaggio all'indirizzo "listserver@scuola", inserendo nel body del messaggio la scritta "subcribe tutti nome_utente" .

Per avere l'elenco dei comandi che si possono dare al listserver potete consultare la voce "List Server Remote Commands" che si trova nel sommario dell'help il linea di SLMail.

Una volta iscritti è possibile mandare un messaggio alla lista indirizzandolo a "tutti@scuola" .

Dal computer su cui è in esecuzione SLMail è possibile controllare chi effettivamente è iscritto alla lista selezionando dalla finestra principale di SLMail "System" - "Mailing List Maintenance" .

Server WWW

Come server Web si è utilizzato Front Page, prelevabile in versione beta (o almeno era prelevabile fino a poche settimane fa) da http://www.microsoft.com . Non ci sono stati particolari problemi di configurazione.

Una volta fatto partire il server (supponiamo sulla macchina denominata "scuola") è possibile collegarsi all'indice del sito web con un qualsiasi browser digitando l'URL "http://scuola" .

L'unico problema è quello di individuare in quale directory è situata la pagina indice da cui poi devono partire i link verso le altre pagine. Tutte le pagine devono trovarsi o nella stessa directory dell'indice principale oppure all'interno di subdirectory.

Naturalmente occorre anche un minimo di conoscenza di html o di un qualche software che edita tali documenti per poter generare i link verso gli ipertesti che interessano.

Server IRC

Come server IRC ho provato ad installare Conference Room, prelevabile da http://www.webmaster.com . Purtroppo la versione demo che avevo a disposizione permetteva il collegamento di soli 10 client in contemporanea.

Anche qui non c'è stato nessun problema durante l'installazione. Fatto partire il server, i client si sono collegati impostando come IRC server l'indirizzo IP della macchina su cui girava Conference Room oppure direttamente il nome di tale computer.

Dove trovare altri Server

Se volete fare degli esperimenti con altri programmi Server, in questi due siti potete trovare l'elenco di quelli più utilizzati con Windows 95 :

http://mcftp.mclink.it/tucows/server95.html

http://mirror.queen.it/cws/95cwss.html

Naturalmente, vista la velocità con cui evolve la rete, è consigliabile utilizzare anche i soliti motori di ricerca.


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